Fermo per sei mesi il militare beccato in possesso di droga
Irrilevanti le parole con cui il militare ha dichiarato di non avere mai provato la droga prima di quell’episodio
Legittimi i sei mesi di sospensione dall’impiego inflitti ad un militare beccato a detenere sostanze stupefacenti destinate ad uso personale. Questa la posizione dei giudici del Consiglio di Stato (parere numero 849 del 5 luglio 2024), i quali hanno precisato che tale uso di sostanza stupefacente – che concreta una palese violazione dei doveri di correttezza e di lealtà assunti con il giuramento prestato – costituisce, da un lato, a prescindere da ogni altra considerazione circa i precedenti di servizio del militare, una condotta frontalmente confliggente con i doveri del ruolo ed oggettivamente incompatibile con la prospettica prosecuzione nel servizio e, dall’altro, altera certamente l’equilibrio psichico, inficia l’esemplarità della condotta, si pone in contrasto con i doveri attinenti al proprio status e al grado o alla qualifica rivestiti, e influisce negativamente sulla formazione e lede il prestigio della Forza armata o del Corpo di appartenenza. A inchiodare il militare è stato un controllo dei carabinieri, i quali hanno rinvenuto quasi 2 grammi di cocaina. A quel punto, il militare ha provato a difendersi con una dichiarazione, rilevabile nel verbale di contestazione, con prova di sostanze stupefacenti eseguita con narco-test, diretta a evidenziare di non avere mai fatto uso di sostanze stupefacenti in precedenza – “...è la prima volta che faccio uso di cocaina...” – , ma quella dichiarazione non può implicare alcun depotenziamento della portata lesiva del prestigio del militare e della Forza armata, secondo il significato in termini di disdoro o biasimo attribuito all’episodio dall’amministrazione di appartenenza. Di conseguenza, non può dubitarsi della legittimità della sanzione inflitta nel caso specifico, in quanto il comportamento ascritto al graduato lede, all’evidenza, all’interno del consorzio militare, i principi di moralità e di rettitudine e, all’esterno, il prestigio dell’amministrazione militare. Non a caso, di regola, legittimamente, viene irrogata la sanzione più grave della perdita del grado per rimozione o della destituzione, nei confronti del militare o dell’appartenente alle forze di polizia a ordinamento civile che abbia fatto uso, anche isolato, di sostanze stupefacenti, ricordano i giudici.